Tipologia dei luoghi di reclusione
Nel sistema dei
luoghi di reclusione dell'URSS rientravano istituzioni di diverso tipo:
lager, colonie, carceri, battaglioni di lavoro e insediamenti speciali per deportati.
L'anello fondamentale di questo
sistema erano i lager di rieducazione attraverso il lavoro (ispravitel'no-trudovye
lagerja, ITL), la cui formazione era incominciata nel 1929. Durante la
guerra civile già esistevano campi (lager) detti "di
concentramento" o "di lavoro", ma dal 1923 nel paese rimaneva
solo il lager a destinazione speciale di Solovki, che nel 1929 ricevette la nuova
denominazione. In un primo tempo i grandi lager di rieducazione attraverso il
lavoro erano creati per colonizzare territori disabitati e per costruire impianti
industriali o vie di comunicazione nelle periferie del paese. Ma non pass?
molto tempo e (dalla fine del 1931) i lager sorsero non solo nelle province pi?
lontane, ma anche nelle regioni centrali del paese. Ai lager di rieducazione
attraverso il lavoro erano inviati i condannati ad almeno tre anni di
reclusione. I condannati al lager nella maggioranza dei casi scontavano la pena
in una regione diversa da quella dove avevano risieduto prima dell'arresto.
Negli ITL insieme ai politici erano reclusi anche condannati per delitti penali
ed economici.
I lager speciali (osobye lagerja) cominciarono
a sorgere nel 1948 appositamente per i colpevoli dei cosiddetti "delitti
controrivoluzionari". Erano molto meno numerosi degli ITL (in tutto 12)
e se ne distinguevano per il regime di detenzione pi? duro. Bisogna notare che i
lager speciali ospitavano anche un certo numero di criminali comuni, mentre nei
lager di rieducazione attraverso il lavoro, anche dopo l'organizzazione
di quelli speciali, rimasero persone condannate per delitti politici.
Nelle colonie di rieducazione attraverso il lavoro (ispravitel'no-trudovye
kolonii, ITK) erano inviati i condannati per delitti minori, a periodi di
detenzione inferiori ai tre anni. I detenuti delle colonie, di regola, scontavano
la pena nella regione in cui erano stati condannati. Le colonie dipendevano dalle
autorità regionali e per lo pi? fornivano manodopera per i lavori
agricoli e la produzione industriale in piccoli stabilimenti di rilevanza
regionale.
Le carceri in Unione Sovietica erano destinate
prevalentemente a ospitare i detenuti in attesa di giudizio o, temporaneamente,
i condannati durante il trasferimento da un luogo all'altro. Come
luoghi di detenzione permanente erano molto meno utilizzate dei lager e delle
colonie. ?Vi venivano rinchiusi i delinquenti che le autorità
ritenevano particolarmente pericolosi. Fino alla metà degli anni Trenta
esistettero i cosiddetti "isolatori politici" ("politizoljatory"),
carceri specificamente destinate agli avversari politici (veri o presunti) del regime;
questi detenuti, per lo pi? ex membri dei partiti rivoluzionari o dell'opposizione
comunista, avevano uno status particolare e fino alla metà degli
anni Trenta godettero di alcuni privilegi.
Gli insediamenti speciali (specposëlki),
dove erano deportati i contadini al tempo della collettivizzazione o i
rappresentanti delle minoranze nazionali, erano comuni insediamenti rurali,
dove le persone vivevano con le famiglie e lavoravano, ma da cui non potevano
allontanarsi senza il permesso dell'amministrazione. Gli insediamenti
si trovavano in regioni lontane e inospitali dell'URSS (Siberia, Kazachstan),
e molti deportati morivano per le insopportabili condizioni di vita e di
lavoro.
Agli eserciti e battaglioni di lavoro affluivano
in tempo di guerra i confinati e i deportati atti ai lavori pesanti. Gli operai
vivevano in un regime di caserma e il loro lavoro era coatto.
Oltre a queste strutture nel dopoguerra funzionarono
anche campi per prigionieri di guerra e internati e campi-filtro di
verifica per gli ex prigionieri di guerra sovietici, gli emigranti
rimpatriati e gli abitanti dei territori occupati inviati al lavoro in Germania
dai tedeschi. Benché queste persone non fossero mai state
condannate, vivevano sotto custodia ed erano costrette a pesanti lavori. Le
condizioni di vita in tali campi non erano molto diverse da quelle negli ITL.
Esaminando il sistema penitenziario in URSS, non si possono dimenticare
anche altre, pi? "miti" forme di pena. Per esempio:
- il confino individuale per sentenza di un tribunale o della
Conferenza speciale (la persona doveva vivere per alcuni anni in una regione
lontana del paese, senza allontanarsene, ma il suo lavoro non era
regolamentato),
- l'espulsione amministrativa per
decisione degli organi della milizia, della sicurezza statale o degli organi
locali del potere esecutivo (la persona poteva vivere e lavorare dove voleva,
tranne in determinate città: le capitali, i capoluoghi regionali, le
località di confine o di villeggiatura),
- i lavori forzati senza reclusione in lager o
colonie (talvolta perfino nel proprio posto di lavoro, con trattenuta di parte
della paga),
- la privazione dei diritti civili (fra il 1918
e il 1936 cos? si punivano automaticamente gli "ex" uomini: aristocratici,
ufficiali zaristi e funzionari, sacerdoti, imprenditori e commercianti di prima
della rivoluzione).